50 anni di Palio – Il Docufilm
Il Palio teatrale studentesco in cinquant’anni di storia ne ha fatta di strada. È diventato sempre più parte della città, l’ha accompagnata nella sua crescita culturale e politica nel senso più alto del termine. È diventato sinonimo di “appartenenza”, di lotta civile, di resistenza, di socialità.
A questa istituzione, il Teatro Club Udine, che il Palio ha creato, cullato e fatto crescere, ha dedicato un docufilm a firma di Stefano Giacomuzzi, regista udinese salito agli onori della cronaca nazionale e internazionale per i suoi lavori, l’ultimo dei quali, “Pozzis Samarcanda, sta inanellando un premio dietro l’altro come Miglior documentario al London international motor film festival e Miglior film all’Edera film festival di Treviso.
Il docufilm, dal titolo “Cinquant’anni di Palio, come una rassegna di teatro studentesco ha cambiato una città”, si compone di undici brevi video ed è stato realizzato grazie anche al contributo della Regione e con la preziosa collaborazione del Teatro Nuovo Giovanni da Udine e in partenariato con l’Ente regionale teatrale del Friuli Venezia Giulia/Archivio Rodolfo Castiglione. “Quasi una serie di episodi – spiega Giacomuzzi –. In ognuno di questi compaiono immagini del Palio e una trentina di interviste a chi ha vissuto e visto crescere questa manifestazione. Ciascuno dei video – prosegue il regista – sviluppa un tema, da cos’è il Palio alla sua storia, dai protagonisti all’importanza che ha avuto, e continua ad avere, per la città. C’è ovviamente un filo narrativo che li unisce ed è rappresentato proprio da Palio stesso”.
Laureato alla Bournemouth Film School in documentario e cinematografia, Giacomuzzi ha sperimentato molto presto il documentario come strumento per avvicinarsi e scavare in vite insolite. A diciannove anni ha iniziato la produzione del suo primo lungometraggio, Sotto le stelle fredde, selezionato al Trento Film Festival e premiato al Bellaria Film Festival. Ha trascorso un anno presso il centro di ricerca internazionale Fabrica collaborando alla realizzazione di diversi documentari.
Tutto era partito un anno fa con una “chiamata alle armi”. Una “call” lanciata a tutti coloro che hanno partecipato alle passate edizioni. Tanti, tantissimi gli studenti, attori, registi, tecnici, sceneggiatori e molti altri ancora, che in cinquant’anni di vita della manifestazione si sono fregiati del titolo di “paliensi”. Circa 20 mila, a partire da quel lontano 1972 quando nacque grazie alla felice intuizione di Rodolfo Castiglione e Ciro Nigris. Se si mettono in fila 50 edizioni della manifestazione si ottengono circa 4 anni di rappresentazioni studentesche ininterrotte. Dopo aver sfogliato carte, verbali, foto di scena, appunti de registi, dagli archivi Castiglione a quelli del Teatro Club fino a quelli conservati dalle scuole, da quella chiamata sono iniziate a fioccare le testimonianze, tantissime, anche dall’estero.
“È così – spiega la presidente del Teatro Club, Alessandra Pergolese – che è iniziato il lungo lavoro per il documentario. Un impegno notevole, reso difficile senz’altro dalla pandemia e dalle restrizioni. Uno dei doveri che il Teatro Club sente, però, è quello di trasmettere ai giovani la speranza. L’aver raccolto dunque l’eredità del passato attraverso i 50 anni del Palio ha significato trasmettere un messaggio per il futuro. Il Palio è appartenenza, ad un gruppo, ma, in fondo, alla società civile tutta”.
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