Suite in forma di rosa
testi di Massimo Somaglino tratti da Pina Kalz, Pier Paolo Pasolini, Silvana Mauri
ricerche, arrangiamenti e composizioni musicali a cura di Mariano Bulligan, Claudia Grimaz, Vittorio Vella
in scena Mariano Bulligan, Claudia Grimaz, Nicoletta Oscuro, Massimo Somaglino, Vittorio Vella
Un viaggio teatrale che vede sul palco, accanto a Somaglino, altri quattro artisti (Mariano Bulligan al violoncello, Claudia Grimaz e Nicoletta Oscuro per la voce, Vittorio Vella alle tastiere) impegnati a restituire attraverso le suggestioni del pastiche sonoro il percorso del poeta e del polemista Pasolini, dalla giovinezza friulana con la scoperta di Bach al mondo romano, con la colonna sonora delle sue canzone romanesche, fino a un contrappunto conclusivo con la musica di ricerca, da film e della tradizione popolare.
Sulla traccia del materiale musicale con cui Pier Paolo Pasolini è venuto in contatto nella sua esperienza artistica e intellettuale, il lavoro ripercorre quattro momenti storici e poetici della vita del poeta. Sono quattro suite conchiuse e distinte tra loro, realizzate come vere e proprie “nuove composizioni” ispirate da contaminazioni anche inconsuete tra canti, frammenti di scrittura originale, documenti, cronache d’epoca e altro materiale di evocazione “pasoliniana”.
La “forma” del lavoro si connota come ideale prosecuzione del lavoro precedente realizzato dal medesimo gruppo di artisti, Achtung banditi!, che nel 2005 ha celebrato i 60 anni della Liberazione con un “Concerto teatrale per la Resistenza”, trasformato poi in un cd musicale.
La “novità” è data da una ricerca più approfondita nella musica di rimando classico. La scelta della suite infatti trae spunto dall’innovazione che Johann Sebastian Bach (musicista prediletto da Pasolini) apportò a questa forma musicale, conferendole unità interiore, legando i pezzi che la componevano in un uniforme piano tonale mediante affinità espressive e rispondenze melodiche.
Il risultato è perciò un viaggio per temi e movimenti, in cui la sensibilità del poeta e il pensiero del polemista si intrecciano con le suggestioni del pastiche, tra musica colta, canti popolari, ritmi jazz e brevi monologhi originali. Un recital per restituire con voci e suoni il laboratorio magmatico di un artista irripetibile e irripetuto che, negli anni Settanta, sognava di ritirarsi nella torre di Chia nel viterbese e lì dedicarsi alla musica, «l’unica azione espressiva forse, alta, e indefinibile come le azioni della realtà».
Le quattro suite, ciascuna della durata di 20’, creano atmosfere molto diverse tra loro.
“Suite furlana” ripercorre il periodo casarsese di Pasolini attraverso una narrazione (intervallata da canti e musiche) derivata da una intervista rilasciata in età ormai avanzata da Pina Kalz, la maestra di violino che ha accompagnato Pasolini nella sua prima attività poetica. Le suggestioni musicali vengono dalle villotte e dai canti popolari riconducibili a quel periodo.
La narrazione della “Suite romana” è guidata da un abitante delle borgate romane che Pasolini ha incontrato dopo l’abbandono di Casarsa e racconta l’incontro del poeta con la grande metropoli e con un mondo popolare che lo rapisce e sconvolge. Il materiale musicale è composto dalle canzoni scritte per Laura Betti e dalla musica popolare romana di tradizione.
“Suite corsara” si occupa del Pasolini polemista, con accento significativo sulla sua capacità profetica di analizzare la società contemporanea e di prevederne gli sviluppi futuri. Sono riportati brani dalle sue interviste accostati disordinatamente. Il materiale musicale di contrappunto è prevalentemente originale, con rimandi da un lato alla musica popolare “di ricerca”, dall’altro ad alcune suggestioni dalle musiche utilizzate come colonna sonora dei suoi film.
“Suite quarta: Coròt” intende cantare il compianto per un poeta che della gentilezza, della cortesia, della verità e dell’amore aveva imbevuto la sua vita, sia pure costellata da episodi polemici, prese di posizione rigorose sui mutamenti della società e della classe politica italiane, contestazioni e contraddizioni. Su un materiale musicale originale, rielaborato prevalentemente dal lamento funebre popolare, risuonano le toccanti parole scritte anni dopo la morte del poeta da Silvana Mauri, editor della casa editrice Bompiani e amica di una vita di Pier Paolo Pasolini.
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